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STRETCHING perchè e come

Alberto Lissoni


Casa Editrice GHEDINI, 1985 - L. 30.000

Scontato per i soci del GSS L. 24.000

Via Laghetto n. 7, 20122 MILANO

Tel 02 76023988 - Fax 02 781150


Introduzione

Chi si occupa di “esercizio fisico” consigliandolo, insegnandolo o anche solo praticandolo, da qualche anno sente parlare di STRETCHING sempre più spesso e , per lo più, in modo improprio; da qualche anno sono entrati nell’uso esercizi di stretching nel corso di programmi di allenamento per sportivi di diverse specialità e di diverso livello ed anche in trattamenti cinesiterapici di rieducazione motoria o, più semplicemente, di mantenimento della “forma fisica”.

Spesso, parallelamente ad una falsa o, per lo meno, incompleta conoscenza del significato dello stretching , se ne riscontra una scorrette esecuzione tecnica che ne vanifica l’efficacia annullando o minimizzando i risultati ottenibili. Si assiste così ad una situazione paradossale in cui, accanto ad una crescente diffusione degli esercizi, troviamo accesi fautori di queste tecniche ma anche numerosi scettici, poco soddisfatti o che addirittura negano ogni validità alle stesse, attribuendo la loro popolarità crescente solo all’effetto suggestivo di una moda destinata a scemare nel tempo.

La cultura dello stretching è iniziata negli anni ’70 con la pubblicazione di libri ed articoli su riviste tecniche sportive, specialmente negli U.S.A.

Parallelamente, filmati o fotografie di atleti famosi che si esibivano, nel corso degli allenamenti o immediatamente prima e dopo le gare, in posizioni “strane” o con esercizi insoliti hanno cominciato a diffondersi ed hanno costituito un veicolo pubblicitario di importanza rilevante per queste tecniche che però sono state quasi sempre solo copiate, senza alcun tentativo di approfondirne il significato: dall’ignoranza della teoria ad una errata esecuzione pratica il passo è breve.

Anche coloro che si occupano del movimento corporeo nell’ambito della patologia sono a conoscenza ed utilizzano spesso tecniche di stiramento progressivo nel corso di programmi terapeutici e di trattamenti intensi a recuperare e/o mantenere una condizione di relativo benessere fisico. Anche in questo caso, non sempre il substrato teorico è ben conosciuto e, conseguentemente, non sempre l’esecuzione tecnica risulta del tutto corretta.

Per questi motivi ho sentito la necessità di raccogliere in modo organico le conoscenze e le idee fondamentali sull’argomento, mettendolo ben a fuoco in modo da eliminare ogni alone magico o, comunque, di suggestione per ricondurlo ad un corretto livello di razionalità ed anche per dargli il valore che merita.

Sicuramente, infatti, lo stretching può rappresentare un sistema valido per mantenere estensibili i nostri muscoli e liberamente mobili le nostre articolazioni: viene cosi favorito l’esercizio dell’attività motoria la quale, a sua volta, se ben condotta, permette di mantenere una buona efficienza muscolare ed articolare (oltre che di altri sistemi ed apparati).

Infatti, se il muscolo è ben rilasciato ed estensibile, l’articolazione risulta più libera e consente movimenti più facili ed ampi; il passaggio dall’inattività all’attività vigorosa può realizzarsi senza che intervengano pericolose sollecitazioni e quindi danni a queste strutture. Ma anche dopo l’esecuzione di un’intesa o prolungata attività si possono rilevare tensioni muscolari residue, localizzate od anche estese, più o meno dolorose, riferibile alla fatica per l’intesa sollecitazione precedente.

Sia prima che dopo l’esercizio fisico, lo stretching trova indicazioni sia come preparazione, sia per facilitare i processi di recupero. In questo modo si possono prevenire alcuni inconvenienti dolorosi di frequente riscontro alla schiena, ai polpacci ed ai tendini d’Achille, alle spalle, ai gomiti ed indicati come dolori muscolari, tendiniti, periartriti, epicondiliti, ecc.

Come si è già detto, è costantemente in aumento il numero di persone che si dedicano a programmi di esercizi fisici, di attività sportive: appare quindi vitale l’importanza di un’informazione corretta sul perché, sul come e sul cosa fare. Lo stretching, infatti, è facile da eseguire ma, se viene attuato in modo scorretto, può fare certamente più male che bene.

Il materiale scientifico presentato sul sito è indirizzato agli operatori del settore interessati alle patologie vertebrali. Per i pazienti le informazioni disponibili in queste pagine hanno solo un valore indicativo e non possono sostituire un parere medico.


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