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L'ergonomia: principi e applicazioni pratiche

Prefazione

In questi anni i Negrini sono stati per tutti noi una guida sicura ed esperta nel tormentato, ma suggestivo percorso di approfondimento dei vari aspetti della patologia vertebrale.

Le monografie precedenti se da una parte hanno confermato la complessità dell'approccio, dall'altra hanno evidenziato le difficoltà di reperire soluzioni radicali ad un problema che resta di interesse sempre attuale, non solo per le implicazioni personali che riveste per la maggior parte di noi “bipedi”, ma soprattutto per gli aspetti economici e sanitari che comporta.

I nuovi strumenti di controllo dell'allocazione di risorse in sanità (DRG e MDC) ci permettono di evidenziare (dati relativi al 1997) che in Italia, considerando i primi trenta DRG che hanno motivato i ricoveri per acuti, le “Affezioni mediche del dorso” (Drg 243) rappresentano una quota pari al 5,5% del totale dei ricoveri e utilizzano il 5,8% delle risorse economiche impiegate, mentre, tra i “ricoveri di Riabilitazione” le “affezioni mediche del dorso” rappresentano l'8% del totale dei ricoveri (ovvero il 10% dei ricoveri se si considerano solo i primi trenta DRG di riabilitazione) utilizzando il 7% delle risorse impiegate per i ricoveri di riabilitazione.

Se si analizzano le fasce d'età, la MDC (categoria medica maggiore) che rappresenta le “malattie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo”, definisce il 14% dei ricoveri tra i 15 e 44 anni, il 13,5% di quelli tra i 45 e i 64 anni ed il 10,2 di quelli oltre 65 anni. Del resto questi dati non fanno che confermare la tendenza ad un incremento dei costi della sanità che interessa l'intero mondo occidentale sia per il progressivo deterioramento dell'ambiente, sia per l'invecchiamento della popolazione, sia per l'inesorabile incremento delle risorse assorbite dall'adozione delle nuove tecnologie mediche.

Se dunque una razionalizzazione dei servizi non appare ulteriormente rinviabile, perché questo processo non giunga a ridursi a puro “razionamento”, occorre prevedere un miglioramento della loro erogazione.

Adottare e sviluppare nuovi metodi per incrementare la qualità nei servizi sanitari è certamente una delle sfide che gli operatori della salute si trovano ad affrontare fin da questo scorcio di inizio millennio.

Se è auspicabile che la definizione di Ovretveit dà della qualità in sanità come “piena soddisfazione della necessità di coloro che hanno maggiormente bisogno del servizio ai costi più contenuti”, possa trovare sempre maggiore adesioni non solo nel mondo della sanità ma anche fra gli utenti, lo “strumento” che gli Autori di questa Monografia oggi ci propongono appare particolarmente suggestivo per affrontare in modo nello stesso tempo originale e “maturo” una problematica che con diversa gravità attraversa le varie età della vita.

Daniele Pellegatta


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