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L'attivitá fisica nella prevenzione dell'osteoporosi: prefazione

La presentazione di qualsiasi libro, sia esso di svago od un'opera scientifica come questa, non è mai facile. Vi è sempre il rischio di essere o troppo affrettati e superficiali, o per contro retorici ed esageratamente propensi a lodi, alcune volte eccessive. Per mia fortuna e per quella dei futuri lettori di quest'opera che, penso, avrà notevole diffusione anche al di fuori della cerchia dei lettori per i quali è stata scritta, e cioè dei soci del "Gruppo di Studio della Scoliosi e delle patologie vertebrali", questo non accadrà.

Con la guida e la partecipazione alla stesura di alcuni Capitoli di un vero cultore ed opinion leader di questa branca scientifica, quale Sergio Ortolani, con l'apporto di un gruppo di giovani ed agguerriti collaboratori quali Giorgio Gandolini e Carlo Trevisan, e soprattutto per merito di Stefano Negrini, al cui tenace lavoro di stesura dei testi e di redazione nel suo complesso dell'opera si deve la realizzazione di questo volume che, senza tema di smentita, è, per ora, unico nel suo genere.

Esso ha, al di là di qualsiasi considerazione specifica, il pregio della multidisciplinarietà, essendo il frutto della collaborazione di specialisti di rami affini, ma culturalmente differenziati, quali reumatologi, fisiatri ed ortopedici. Questo ha fatto sì che il testo non risultasse troppo scientifico, o solo teorico, o suggerente proposte terapeutiche monotematiche, trattando, in particolar modo la prevenzione, in modo marginale o incompleto.

Il problema osteoporosi è oggi, e lo sarà ancora maggiormente in futuro, un fatto di rilevanza mondiale, in considerazione anche dell'aumento significativo della vita media della popolazione, che porta ad evidenziare patologie che, in un tempo anche recente, non risaltavano in tutta la loro attuale drammaticità. Il mantenere in buona salute una popolazione in costante aumento, il cui apporto attivo alla vita della società è dato dalla sua efficienza nella vita quotidiana e lavorativa e dal non incidere in modo esorbitante sul capitolo della spesa sanitaria, ci impone di considerare in modo globale ed approfondito questa nuova disciplina.

Tutti sanno che sono colpiti nella maggior parte dei casi soggetti di sesso femminile in fase postmenopausale, che il depauperamento della massa ossea progredisce talvolta in modo irreversibile portando a quadri di grave menomazione, che rendono necessarie assistenza e cure per molti anni.

Negli Stati Uniti d'America si stima che per le sole fratture del collo del femore si stanzino dieci miliardi di dollari di spesa annuale e che questa patologia porti al decesso del 20% dei soggetti colpiti. La prevenzione è perciò la principale via percorribile per affrontarne e contenerne le conseguenze.

La terapia farmacologica, in continua evoluzione, è infatti insostituibile nel trattamento delle forme conclamate, ma l'attività fisica è preponderante nella prevenzione. Prevenzione che deve iniziare nell'età dello sviluppo e giovanile, per intensificarsi nell'approssimarsi dell'età a rischio.

E' stato affermato infatti che l'osteoporosi è una malattia che si evidenzia generalmente nella terza età, ma che affonda le sue radici nell'età dello sviluppo: una mancata "saturazione" del tessuto osseo nei primi venti anni di vita condizionerà l'evoluzione della patologia negli anni della vecchiaia.

Fondamentali in proposito il Capitolo 4 e seguenti di questo volume, nei quali viene puntualizzata la metodologia di studio del fenomeno e se ne danno gli strumenti conoscitivi più accreditati in una "Antologia essenziale" ben strutturata e pertinente (Capitolo 5), se ne evidenziano ed estrinsecano gli "Obiettivi terapeutici" (Capitolo 6), se ne riassumono ed attualizzano i contenuti nel Capitolo 7 con il "Protocollo di lavoro e proposte di esercizi".

Tutto questo "corpus disciplinae" è nel filone della pluridecennale tradizione della Fondazione Pro Juventute Don Carlo Gnocchi nel campo della riabilitazione, tendente alla realizzazione pratica ed all'attuazione terapeutica delle conoscenze cliniche e scientifiche più moderne ed accreditate.

Da ultimo, mi sembra importante menzionare sia il protocollo di assistenza domiciliare controllata per permettere ad un numero adeguato di pazienti di usufruire di valide terapie, sia la proposta di una "Bone School", per estendere a tutte le fasce di età il concetto di prevenzione dell'osteoporosi.

Superflui mi sembrano perciò sia il plauso agli autori di un'opera così completa, sia indicare le numerose categorie di operatori ai quali questo volume, di agile lettura e di facile apprendimento, sarà di indispensabile ausilio.

Paolo Sibilla
Primario Unità di Ortopedia
Fondazione Don Carlo Gnocchi
I.R.C.C.S. Milano


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