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Rachide e riabilitazione 2002

Presentazione Consensus Conference SIMFER
"Trattamento riabilitativo del paziente in età evolutiva affetto da patologie del rachide"

Secondo le più corrette e raccomandate tecniche di costruzione di Linee Guida il Gruppo di lavoro costruisce una proposta e la in-via a quanti sono interessati e ritenuti esperti per l'argomento; in tale invio sono ovviamente comprese tutte le società scientifiche del settore, le associazioni dei professionisti competenti per settore, le associazioni di pazienti interessate all'argomento affrontato.
Questi ricevono, con la proposta, l'invito a partecipare ad una Conferenza di Consenso (Consensus Conference) nella quale il Gruppo di lavoro si confronta e discute sul testo proposto.
Successivamente il Gruppo opera la stesura finale, recependo i suggerimenti ritenuti corretti tra quelli emersi nella Consensus.
La SIMFER diede mandato ad un certo numero di Gruppi attor-no a problemi clinico-riabilitativi di non poco spessore. Uno di questi gruppi, sotto la responsabilità di Stefano Negrini, aveva avu-to il mandato di affrontare i problemi relativi al "Trattamento riabi-litativo dei pazienti in età evolutiva affetti da patologie del rachi-de". Come è facilmente intuibile l'argomento ha una sua notevole complessità intrinseca, aggravata dal fatto che su questa materia hanno senza dubbio voce in capitolo anche specialisti di altra for-mazione, come gli ortopedici.
Oggi siamo giunti alla Consensus Conference che è, come si è visto, un momento strategico fondamentale nel percorso di costruzione di Linee Guida.
La SIMFER ringrazia il Gruppo di lavoro, ed in particolare Ste-fano Negrini, per l'impegno profuso con competenza e dedizione; si augura che il Gruppo porterà presto a termine il suo sforzo con la stesura definitiva delle Linee Guida sull'argomento; si augura infi-ne che lo stesso gruppo, opportunamente integrato, si farà carico in futuro dell'aggiornamento continuo di queste Linee Guida sull'argomento.
Infatti, anche se molti non l'hanno ancora chiaro, le Linee Gui-da, sono composte da raccomandazioni "pesate" con vari gradi di evidenza; non sono pertanto delle "leggi", ma costituiscono uno strumento vivo che ha bisogno di costante adeguamento e manu-tenzione perché le raccomandazioni siano sempre adeguate alle migliori evidenze consentite dalla ricerca scientifica.
E la SIMFER, costruendo e pubblicando delle Linee Guida co-me suo compito, si impegna anche alla loro manutenzione

Carlo Bertolini
Past-President SIMFER


Presentazione Convegno Regionale S.I.G.M. Lombardia
"Il trattamento conservativo della scoliosi"

Il trattamento conservativo della scoliosi è certamente il tema conduttore della mia vita professionale, e non poteva non essere il titolo della mia prima esperienza nell'organizzare un convegno.
Chi come me se ne occupa da tanti anni conosce bene l'impatto che la scoliosi ha sulla vita dei giovani pazienti e delle loro famiglie, a dispetto di chi l'ha voluta dissennatamente definire un pro-blema estetico, ed è parimenti conscio dell'attuale tendenza a con-siderarla una patologia di pertinenza squisitamente chirurgica: il livello di compromissione a cui intervenire è stato via via abbassato rispetto ai canoni classici, le colonne scoliotiche vengono operate sempre più precocemente e la terapia conservativa declina nel disuso, tanto da far sembrare quasi anacronistico un convegno sul tema.
Ben venga, sia chiaro, il processo di evoluzione scientifico-tecnologica che ha reso l'intervento di artrodesi vertebrale più sicuro ed efficace, che consente di stabilizzare quelle curve irriducibili e resistenti a qualunque trattamento, limitando i danni di un'evoluzione inarrestabile, e nel contempo modera le conseguenze dell'intervento stesso. Resta però il fatto innegabile che alcune scoliosi arrivano in sala operatoria grazie ad incuria, diagnosi tardiva, valutazione prognostica e strategia terapeutica errate; per questo rimane inalterata la voglia di bloccare la scoliosi prima che faccia danni, di individuare e riconoscere in tempo i casi evolutivi per trattarli in maniera idonea prima che superino la soglia dell'instabilità meccanica, quel limite oltre cui le curve restano e-volutive "a vita".
Certamente il trattamento conservativo è impegnativo per il paziente sotto tutti i punti di vista, coinvolge varie figure professionali e la famiglia per lungo tempo, ed impegna per questo molte ri-sorse anche economiche; ma nessuno ha mai dimostrato che un paziente operato "costi" meno sotto ogni punto di vista, e, soprattutto, avete mai pensato a cosa significhi vivere con una colonna strumentata, con ad esempio scarsa o nulla articolarità tra colonna e pelvi?
L'approccio conservativo, se tempestivo adeguato e protratto, ha nella maggior parte dei casi ottimi risultati, e non va abbandonato almeno sinché non disporremo di un mezzo "preventivo" migliore.
La Società Italiana Ginnastica Medica, del cui consiglio nazio-nale ho l'onore di far parte, per storia e per le figure professionali che al suo interno raccoglie ed unisce trova nella cura dei dimorfi-smi della colonna un punto focale di discussione e confronto, fatto che a suo tempo mi portò ad associarmi come giovane cultore dell'arte.
Da tutte queste considerazioni la decisione di organizzare un convegno regionale SIGM sul tema proposto, e di strutturarlo in maniera tale da dare la più completa informazione possibile sullo stato dell'arte, contando in cuor mio su una vasta partecipazione di giovani professionisti interessati ad accostarsi, magari per la prima volta, al trattamento non chirurgico dei dimorfismi della colonna.
Per questo il programma del convegno è stato predisposto in maniera piuttosto "rigida", elaborando una scaletta di temi di relazione strutturata in veste di corso: dalla storia naturale all'impostazione del trattamento, dalla "ginnastica" alle ortesi, dallo screening al trattamento della scoliosi nell'adulto.
Ad ogni tema ho poi assegnato un nome, pensando a chi tra i tanti colleghi e amici, nonché maestri, potesse darmi il meglio sull'argomento: i relatori invitati hanno tutti speso una parte consistente della loro vita professionale nell'ambito del trattamento della scoliosi, il che è stato ampiamente dimostrato dal livello altissimo dei lavori proposti. Un ringraziamento sincero a tutti loro, per aver accettato di buon grado temi anche "scomodi" per la ricchezza in contenuti didattici, onorando il convegno e chi l'ha organizzato con la loro presenza, ed anche per aver tollerato il mio "pressing" al fine di avere lavori completi per la pubblicazione degli atti.
Altrettanto devo ringraziare la Fondazione Don Gnocchi presso cui da anni ho la possibilità di portare avanti la mia attività nel set-tore scoliosi, ed il GSS senza la cui infaticabile Segreteria non sarei mai arrivato vivo al giorno del convegno.
La partecipazione ha superato le migliori aspettative, per afflus-so e soprattutto per l'interesse mostrato da tanti giovani per un argomento che, si sarà capito, mi sta molto a cuore.
Il risultato del nostro impegno sta sotto i vostri occhi, e non mi resta che augurare una buona e proficua lettura.

Giovanni Rainero
Presidente del Convegno




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