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I Punti di Vista


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Il punto di vista di Boccardi

L'efficacia dell'agopuntura nella cura del mal di schiena acuto e cronico. Una rassegna sistematica
Estratto da: van Tulder MW, Cherkin DC, Berman B, Lao L, Koes BW. The Effectiveness of Acupunture in the Management of Acute and Chronic Low Back Pain. Spine 1999: 24(11); 1113-23 (Referenze Bibliografiche n. 36).

La lettura di ogni nuovo numero del bollettino del GSS dà origine, in ogni riabilitatore consapevole, a due diverse e in qualche modo opposte sensazioni: da un lato la conferma della povertà di molte affermazioni di efficacia delle tecniche utilizzate nel nostro lavoro quotidiano, dall'altra quella dell'esistenza di strumenti attendibili per valutare i risultati del loro impiego.

Questo lavoro, che ha il pregio di nascere dalla collaborazione di équipes consolidate di ricerca di due continenti, è una dimostrazione di entrambe le cose. Lo strumento, validissimo, è la revisione sistematica, l'analisi approfondita dei lavori che riportano le conclusioni di indagine randomizzate e controllate, le uniche di qualche peso, svolte sull'argomento in discussione: strumento in questo caso utilizzato con grande rigore, nel quadro della mirabile attività svolta dalla Cochrane Collaboration, che lavora con ottimi risultati anche in Italia. Rigore che si rivela nella severa selezione degli studi esaminati fatta in base a una strategia oramai consolidata, nella scelta dei criteri di inclusione, nell'estrazione dei dati, e infine nella decisione di non giungere a una metanalisi che prendesse in considerazione l'analisi statistica dei dati riportati, difficilmente attendibili data la loro eterogeneità, ma di fermarsi ad una pur utilissima revisione qualitativa, che porta alla fissazione di quattro livelli di evidenza.

E tanto rigore non fa che confermare la validità della prima delle nostre sensazioni: la modestia della maggior parte delle indagini e delle loro presentazioni, anche se appaiono in riviste prestigiose, fatte per supportare l'efficacia delle singole tecniche utilizzate in medicina riabilitativa. Penso che sia questa la lezioni più importante che possiamo trarre da questo lavoro: premessa l'assoluta necessità di arrivare a valutazioni obiettive dei risultati dell'applicazione delle nostre tecniche, per superare definitivamente il solco che divide, o dovrebbe dividere, la medicina seria dall'improvvisazione, dall'empirismo irragionevole, e a volte dalla ciarlataneria, è indispensabile dare più qualità alle nostre ricerche, sia come disegno della ricerca che come rappresentazione dei dati, che debbono avere, nei limiti del possibile, la stessa credibilità dei dati che concernono l'impiego dei farmaci.

Difficile? Senza dubbio, lo stesso Cochrane affermava che di tutte le discipline la "Terapia Fisica", come si chiamava allora, fosse la più difficile da valutare in modo attendibile. Ma possibile, e certamente gratificante, se ci abituiamo a sottoporre ad analisi serena ma attenta quanto emerge dall'esperienza quotidiana nostra e dei nostri collaboratori.

Quanto poi alle conclusioni della revisione, non mi stupiscono molto: credo di non essere il solo a pensare, in attesa di essere smentito da una accurata "systematic review of randomized controlled trials", che l'agopuntura per essere realmente efficace debba essere collocata nel suo prezioso alveo culturale e fatta ad un cinese, da un cinese, in Cina.



Il punto di vista di Trevisan

Questo studio è un indagine su una popolazione di adolescenti con scoliosi idiopatica nei quali è stata riscontrata una significava riduzione della massa ossea rispetto a soggetti normali di pari età. Gli aspetti più rilevanti di questo studio sono essenzialmente due. Il primo è che questi soggetti affetti da osteoporosi rappresentavano ben il 20% dei soggetti con scoliosi indagati. Questa è una percentuale veramente consistente se si pensa che l'osteoporosi negli adolescenti è una assoluta rarità.

Il secondo aspetto rilevante è che, nel tempo, il fisiologico incremento di massa ossea di questi adolescenti con scoliosi è risultato significativamente inferiore a quello dei soggetti normali di pari età mentre il corrispondente incremento di altezza e peso corporeo non differiva tra pazienti e controlli. L'associazione dei due dati fa pensare che questi pazienti siano destinati ad una grave osteoporosi persistente che li accompagnerà per tutta la vita.

E' molto probabile che una delle cause o concause più frequenti per l'insorgenza di una osteoporosi idiopatica sia il mancato raggiungimento del picco di massa ossea in gioventù. Gli studi più recenti, infatti, inducono a pensare che l'acquisizione di gran parte della massa ossea avvenga in pochi anni in una fase appena successiva alla spinta puberale. Qualsiasi disturbo durante questa fase potrebbe determinare una acquisizione largamente insufficiente. I risultati di questo studio sembrano dare spazio a queste ipotesi e la scoliosi o qualche fattore legato ad essa parrebbe alterare il corretto processo di acquisizione della massa ossea.

E' difficile poter dire solo sulla base dei dati di questo lavoro quale sia la reale patogenesi dell'osteoporosi e della mancata acquisizione di massa ossea osservate: gli autori scartano l'ipotesi dell'influenza del trattamento sulla base dei dati di un precedente lavoro della letteratura ma le possibili variabili implicate non consentono di estendere le conclusioni ad altre casistiche e l'argomento merita ulteriori indagini così come le meritano le altre possibili interpretazioni avanzate dagli autori.

I pazienti sono stati seguiti per un tempo compreso tra i 18 ed i 36 mesi nei quali l'incremento di massa ossea è risultato veramente trascurabile. Non è dato sapere per quanto si protrarrà questa inibizione e se in un tempo successivo questi pazienti saranno in grado di recuperare almeno in parte la massa ossea non acquisita. Uno studio longitudinale più prolungato od un indagine trasversale di pazienti adulti con scoliosi potrebbero rispondere in parte a queste domande.

Lo studio solleva quindi molti interrogativi ma ha certamente il merito di aver posto l'attenzione su di un problema, quello della corretta maturazione ossea, che nei soggetti con scoliosi è indubbiamente critico.

Il materiale scientifico presentato sul sito è indirizzato agli operatori del settore interessati alle patologie vertebrali. Per i pazienti le informazioni disponibili in queste pagine hanno solo un valore indicativo e non possono sostituire un parere medico.


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