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Aggiornamento scientifico sulle patologie vertebrali

Editoriale del III fascicolo 1995


Il materiale scientifico presentato sul sito è indirizzato agli operatori del settore interessati alle patologie vertebrali. Per i pazienti le informazioni disponibili in queste pagine hanno solo un valore indicativo e non possono sostituire un parere medico.

Le algie vertebrali in età di accrescimento
Scala per la valutazione clinica del paziente
La scoliosi lombare nell'adulto
Eziopatogenesi della lombalgia
Riabilitazione funzionale intensiva
La postazione di lavoro
Esami per immagini
Prevenzione e trattamento della lombalgia
Eziopatogenesi e trattamento della scoliosi
Indice



Le algie vertebrali in età di accrescimento

I lavori di questo fascicolo, dedicati inizialmente ai problemi delle algie vertebrali in età di accrescimento. Lo studio di Troussier ne chiarisce l'importanza e l'incidenza. Il merito principale di questo lavoro si trova nell'attenta analisi dei fattori coincidenti con il dolore che offre ottimi spunti di riflessione. E' quindi interessante scoprire l'azione di alcuni fattori noti anche per gli adulti (il fumo o la posizione seduta o i pesi) o di quelli che sono invece differenti (veicoli, sport). Bisogna comunque notare che questo studio, per le sue caratteristiche, non è in grado di definire dei veri fattori di rischio, ma piuttosto dei momenti durante i quali il dolore si manifesta. La differenza non è da poco, in quanto il dolore può insorgere per altri motivi e manifestarsi per esempio mentre si porta la cartella. Quindi, questi fattori coincidenti possono anche essere sovrapponibili ai fattori di rischio, cioè ad elementi causali, ma non è detto che lo siano necessariamente. Infine, va segnalato un altro limite del lavoro, quello di basarsi su un questionario e quindi sul ricordo o sulla volontà di collaborare (vedi la domanda sul fumo) dei ragazzi. Un lavoro comunque che merita di essere letto.

Le problematiche della lombalgia in età di accrescimento, vengono analizzate anche nella ricerca di Nissinen. Questa équipe epidemiologica da anni sta valutando con estrema attenzione e serietà scientifica i fattori di rischio nella lombalgia degli adulti e lo studio che presentiamo costituirà sicuramente un punto di riferimento anche per il futuro. Purtroppo, il problema in questo tipo di lavori è che sui dati antropometrici non è possibile intervenire, se non tenendoli presenti come possibili elementi aggravanti o utilizzandoli per identificare soggetti a rischio sui quali è più importante intervenire a scopo preventivo. Certamente, comunque, una maggiore altezza, in particolare del tronco, può predisporre a maggiori stress posturali, ma questo dato necessita di ben altre conferme. Attenzione infine meritano elementi come la maggiore cifosi nei maschi o il più elevato gibbo nelle femmine, che sono segni di deformità vertebrale giovanile e per i quali si rimanda anche alla discussione dell'articolo.



Scala per la valutazione clinica del paziente

Un lavoro di Ruta è assolutamente fondamentale per le preoccupazioni presenti nel Regno Unito, ma anche da noi, sulla necessità di contenere i costi del S.S.N. e di ottimizzare la scelta dei trattamenti sulla base di una stretta e rigorosa valutazione costo/beneficio. Ne scaturisce la proposta di una scala, riportata integralmente, per la valutazione clinica della condizione di salute generale del paziente. Il lavoro è rigoroso da un punto di vista scientifico ed i risultati sono affidabili. La scala merita di essere usata anche in Italia e la sua agilità e completezza anamnestica si presta anche per una pratica ambulatoriale generica o per la valutazione dei risultati in qualunque studio / palestra dove si pratichi rieducazione.



La scoliosi lombare nell'adulto

Un altro studio epidemiologico ad opera di Pérennou rivede l'importanza della scoliosi lombare in una popolazione adulta. Il lavoro è ben documentato da un punto di vista bibliografico ed esprime alcuni dati originali. Il problema principale risiede nel fatto che tutta la popolazione indagata era necessariamente affetta da dolori lombari per essere inclusa nello studio. Questo deve ovviamente essere tenuto in debita considerazione.



Eziopatogenesi della lombalgia

Il lavoro di Konno apre nuovi orizzonti per lo studio dell'eziopatogenesi della lombalgia. I giapponesi si stanno distinguendo per alcuni dati che apportano nuove idee alla comunità scientifica internazionale, e tra queste va considerata lo studio delle pressioni intramuscolari. Una critica a questo lavoro va peraltro fatta nel senso di una eccessiva generalizzazione del dato ottenuto, in quanto se è vero che in flessione aumenta la pressione intramuscolare ed in estensione diminuisce, è anche vero che in questi stessi movimenti accadono una serie di altre variazioni che potrebbero giustificare il dolore e fare dell'aumento di pressione un dato associato a condizioni meccaniche sfavorevoli e non un vero fattore causale. Comunque, nel quadro di una teoria più generale della concausalità di più elementi all'origine della lombalgia, sicuramente andranno considerati pure i muscoli, anche alla luce di questi risultati.



Riabilitazione funzionale intensiva

Il lavoro di Alaranta ha i caratteri di una vera e propria comunicazione di un'esperienza. Gli autori finlandesi ci confermano la validità di questi programmi di riabilitazione funzionale intensiva che, nati negli Stati Uniti, si stanno sempre più diffondendo. L'originalità dello studio sul programma AKSELI risiede nel confronto con un programma riabilitativo classico effettuato in ambiente ospedaliero, come avviene da più parti anche in Italia (si legga però con attenzione come il programma "classico" preveda sicuramente un carico di lavoro chinesiterapico maggiore di quello solitamente usato da noi). I risultati non sono eclatanti come quelli già precedentemente pubblicati anche in lavori da noi tradotti, ma sono comunque molto interessanti. Abbiamo scelto di scendere nel dettaglio della presentazione del tipo di programma riabilitativo attuato perchè sappiamo quanto questi elementi pratici siano poi interessanti per il nostro lavoro di tutti i giorni.



La postazione di lavoro

Porter discute un argomento importante per quanti praticamente operano nella prevenzione delle algie vertebrali: la postazione di lavoro. In particolare vengono illustrati i risultati di uno studio in cui sono posti a confronto due tipi di insiemi sedia-scrivania. Lo studio è sufficientemente affidabile, anche se avrebbe potuto essere meglio condotto nella scelta dei metodi. L'introduzione, la discussione, il concetto sotteso al lavoro stesso, vale a dire l'importanza di una attenta analisi della postazione di lavoro, ed in ultima analisi anche gli elementi da valutare, sia da un punto di vista oggettivo che soggettivo, sono i contributi più interessanti di questo lavoro.



Esami per immagini

L'articolo di Modic merita secondo noi attenta lettura. Nasce da un mondo sanitario, quello statunitense, che è cresciuto in una gestione privata con un pagamento delle prestazioni a carico dei singoli o delle società assicurative ed è quindi sempre stato per tradizione attento ai costi. Per molti versi, l'esatto contrario del nostro mondo sanitario. Eppure oggi stiamo facendo i conti con questa nostra scarsa attenzione agli aspetti economici, ed anche la scelta degli esami per immagini subirà dei cambiamenti nel tempo che questo articolo ci dipinge in modo abbastanza chiaro e per alcuni versi scioccante rispetto alle abitudini nostre, ma anche dei nostri pazienti o dei nostri medici legali. Da meditare.



Prevenzione e trattamento della lombalgia

Wiesel propone uno studio che ci è parso utile segnalare per la sua discreta originalità e per la completezza metodologica. Gli autori hanno valutato dopo dieci anni un protocollo terapeutico che applicano in una industria pubblica. I risultati sono interessanti e dimostrano l'utilità di questo approccio. Riteniamo però altrettanto interessante per i nostri Soci l'algoritmo (la flow-chart, per dirlo in inglese), che riportiamo integralmente, sul quale lo studio è basato. In esso viene riportato per intero il processo decisionale seguito, dall'ingresso del paziente, agli esami prescritti, alla diagnosi ad alcuni trattamenti. Lasciamo ad ogni Socio, ed alla sua cultura specifica, un attento esame di questo diagramma di flusso magari anche per condurre un confronto con le proprie prassi quotidiane.

Il lavoro di Duane Saunders, riassunto in modo molto condensato nella Monografia 1994, viene qui presentato integralmente per la sua validità pratica. L'impostazione è già estremamente interessante, in quanto riguarda le esperienze dell'autore in ambito industriale a scopo preventivo, secondo protocolli da noi scarsamente applicati finora. Vengono quindi qui presentati nella prima parte del lavoro (la seconda, relativa ai programmi di miglioramento dei deficit rilevati con questi test, sarà pubblicata nel I Fascicolo del 1996) tutti i test di valutazione applicati dall'autrice. Va rilevato, come del resto viene fatto anche nell'articolo, che questi test hanno grossa valenza pratica ma non scientifica. Sono veloci, facilmente applicabili e, rispetto ad altri, richiedono la presenza dell'esaminatore solo per segnare i risultati e non per operare direttamente. Potrebbero addirittura essere applicati in piccolo gruppo. La logica è quindi essenzialmente pratica, sulla base della necessità di sviluppare protocolli di allenamento di una buona condizione fisica generale a scopo preventivo secondo una classica impostazione chinesiologica distrettuale. E' utile quindi per chi voglia avviare esperienze preventive nelle industrie, ma anche per chi lavora in una palestra su gruppi che fanno attività fisica preventiva o per impostare esercizi domiciliari di mantenimento.

Si conclude il lavoro di Deyo iniziato nel fascicolo precedente sull'utilità dell'esercizio fisico nella prevenzione e nel trattamento della lombalgia. Vengono qui rivisti i risultati degli studi sinora condotti in letteratura. La revisione è completa, pur essendo forzatamente succinta, e viene suddivisa secondo una classica impostazione (esercizio aerobico, di stretching, in flessione ed in estensione). La parte però più interessante di questo lavoro si trova nel riassunto finale della proposta terapeutica dell'autore. In generale condividiamo appieno questa impostazione, come sa chi ha seguito il Congresso di Milano, anche se alcune differenze risultano e potranno essere meglio approfondite leggendo il IV Capitolo della Monografia 1995.



Eziopatogenesi e trattamento della scoliosi

Un lavoro di Ollier, con cui iniziano i contributi sulla scoliosi presenti in questo fascicolo, ci riporta a logiche molto pragmatiche. Viene qui presentato un caso di soggetto scoliotico sottoposto a trattamento ortopedico lionese. L'utilità di questo articolo risiede non tanto nell'affidabilità scientifica quanto nelle valenze pratiche e nel tentativo riuscito di rivedere radiograficamente (e graficamente) le modalità di azione dei corsetti.

Burwell, invece, discute una interessante teoria eziopatogenetica per la scoliosi. Il lavoro è molto complesso e richiede notevole attenzione in fase di lettura. L'autore, stimato studioso inglese di bioingegneria delle deformità vertebrali, propone alcune ipotesi generali che hanno una loro sicura dignità, anche se l'opinabilità regna sovrana quando vengono proposte teorie di questo livello. Va rilevato come questo stesso autore, insieme ad un suo collega inglese, Dangerfield, abbia proposto la creazione di un gruppo interdisciplinare

Il fascicolo di chiude a 202 con un lavoro che riassume 4 studi di un'équipe canadese antoidentificatasi sulla base dell'Ospedale di riferimento, il S.te Justine di Montreal. Lo studio, condotto tramite un questionario per effettuare un follow-up a 10 anni è importante per i numeri ed i dati, pur presentando i chiari limiti di ogni questionario e di ogni indagine retrospettiva. E' infatti evidente come il 71% degli scoliotici che hanno risposto erano quelli maggiormente interessati e che quindi più facilmente potevano per esempio presentare problemi; ma lo stesso si potrebbe dire per il 55% dei rispondenti nel gruppo di controllo, che sono peraltro una percentuale del totale significativamente inferiore. Sia pure con questi limiti, lo studio presenta dei dati interessanti.

Abbiamo rinviato per motivi di spazio al prossimo fascicolo la conclusione del lavoro di Stokes sulla terminologia tridimensionale delle deformità spinali. Rimandiamo quindi a quella occasione i Soci interessati.

Buona lettura a tutti ed arrivederci al prossimo anno.

Il Segretario Scientifico
Stefano Negrini


Indice del III fascicolo 1995

  1. Lombalgia in età scolastica: uno studio su 1178 studenti - Estratto da: Troussier B, Davoine P, de Gaudemaris R, Fauconnier J, Phelip X. Back Pain in School Children, a Study Among 1178 Pupils. Scand J Rehab Med 1994; 26: 143-6

  2. Misurazioni antropometriche e incidenza della lombalgia in un gruppo di giovani in età puberale - Estratto da: Nissinen M, Heliovaara M, Seitsamo J, Alaranta A, Poussa M. Anthropometric Measurements and the Incidence of Low Back Pain in a Cohort of Puberal Chirldren. Spine; 19(12): 1367-70

  3. Sviluppo di una misura valida ed affidabile degli esiti sanitari in pazienti con lombalgia - Estratto da: Ruta DA, Garrat AM, Wardlaw D. Developing a Valid Reliable Measure of Health Outcome for Patients With Low Back Pain. Spine 1994; 19(17):1887-96

  4. La scoliosi lombare adulta - Estratto da: Pérennou D, Marcelli C, Hérisson C, Simon L. Aduld Lumbar Scoliosis. Epidemiologic Aspects in a Low Back Pain Population. Spine 1994; 19(2): 123-8

  5. La relazione tra pressione intramuscolare dei muscoli paraspinali e lombalgia - Estratto da: Konno S, Kikuchi S, Nagaosa Y. The Relationship Between Intramuscular Pressure of the Paraspinal Muscles and Low Back Pain. Spine 1994; 19(19): 2186-9

  6. Programma di allenamento fisico e psicosociale intensivo per pazienti affetti da lombalgia cronica. Un esperimento clinico controllato - Estratto da: Alaranta H, Rytökoski U, Rissanen A, Talo S, Rönnemaa T, Puukka P, Karppi SL, Videmn T, Kallio V, Slätis P. Intensive Physical and Psychosocial Training Program for Patients with Chronic Low Back Pain. A Controlled Clinical Trial. Spine 1994; 19(12): 1339-49

  7. Confronto fra due tipi diversi di sedia-scrivania. La loro influenza sulla colonna vertebrale - Estratto da: Porter KM, Vivequin N. Comparaison entre deux ensembles chaise-bureau. Kinésithérapie Scientifique 1994; 333: 18-26

  8. Esami per immagini del rachide. Cosa c'è di disponibile e chi li dovrebbe prescrivere? - Estratto da: Modic MT, Herzog RJ. Imaging Corner. Spinal Imaging Modalities. What's Available and Who Should Order Them? Spine 1994; 19(15): 1764-5

  9. Un protocollo basato sulla qualità per gestire le patologie muscolo-scheletriche - Estratto da: Wiesel SW, Boden SD, Feffer HR. A Quality-Based Protocol for Management of Musculoskeletal Injuries. A Ten-Year Prospective Outcome Study. Clin. Orthop. 1994; 301: 164-76

  10. Prevenzione della lombalgia: ruolo degli esercizi di potenziamento e di flessibilità (Ia parte) - Estratto da: Saunders HD. Back Injury Prevention: Role of Strength and Flexibility Exercises. In: Conservative Care of Low Back Pain. (White AH, Anderson R eds.), pp 335-53, Williams & Wilkins, Baltimore

  11. Esercizi nella prevenzione e nel trattamento della lombalgia (IIa parte) - Estratto da: Deyo RA. Exercise in the Prevention and Treatment of Low Back Pain. In: Exercise for Prevention and Treatment of Illness. (Goldberg L, Elliot DL eds.), pp 153-70, FA Davis Company, Philadelphia

  12. Riflessioni sul trattamento con corsetto lionese - Estratto da: Ollier M. Réflexions. Résonances Européennes du Rachis 1994; 6: 41-6

  13. L'eziologia e la patogenesi della scoliosi idiopatica adolescenziale (SIA). Sintesi di una concezione multifattoriale tridimensionale - Estratto da: Burwell RG. The aetiology and pathogenesis of adolescent idiopathic scoliosis (AIS). European Spinal Resonances 1994; 4: 3-6

  14. Studio retrospettivo comparativo della scoliosi idiopatica adolescenziale - Estratto da: Goldberg MS, Mayo NE, Poitras B, Scott S, Hanley J. The Ste-Justine Adolescent Idiopathic Scoliosis Cohort Study. Part I: Description of the Study. Spine 1994: 19(14); 1551-61


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